B400 K8 tour
Tour Mulargia
05/06/2024
05/06/2024
Altra uscita con l'amico Ignazio. Puntuali come orologi svizzeri, ci ritroviamo alle 9 in piazza di Chiesa a Senorbì, centro geografico ed economico della Trexenta, territorio storicamente ricco, soprannominato in antichità ‘granaio di Roma’.
Senorbì: un paese di cinquemila abitanti, basato su coltivazione di barbabietole da zucchero, frumento, oliveti e vigneti, e riferimento commerciale della zona. Caffè veloce e si incomincia il tour, visitando la chiesa parrocchiale di S. Barbara, costruita nel XVI secolo con un assetto di stampo tardo-gotico, la chiesa venne restaurata tra il XVII e il XVIII secolo, rinnovandone lo stile architettonico ancora oggi ben visibile nella sua livrea tardo barocca: la chiesa si presenta con una pianta a croce sulla quale insiste una sola navata voltata a botte, nella quale si affacciano anche le cappelle laterali. Il presbiterio, delimitato da un arco a tutto sesto e da un’elegante balaustra in marmo bianco, è sovrastato da una grande cupola centrale sotto alla quale è posto il regale altare maggiore in marmi policromi, riccamente decorato, che conserva, nel centro, una piccola edicola votiva ospitante la statua di Santa Barbara, intestataria della chiesa e Patrona di Senorbì.
Suelli: un paese di poco più di mille abitanti, tra XI e inizio XV secolo sede della diocesi di Barbaria (Trexenta, Barbagia inferiore, Quirra e Sarrabus), centro di venerazione del suo primo vescovo: san Giorgio, personaggio carismatico, vissuto sino al 1117, noto per beatitudine e miracoli, dichiarato santo per volontà popolare e oggi anno celebrato solennemente per cinque giorni dopo la Pentecoste. A lui è dedicato uno degli itinerari spirituali più suggestivi dell’Isola, il cammino di san Giorgio vescovo di Suelli. Influenza e tradizione ecclesiastiche sono evidenti in architetture e arredi sacri del paese, come l’ex cattedrale di san Pietro apostolo, posta nella parte alta dell’abitato. Qui visitiamo la cattedrale di S. Pietro, posizionata nell'omonima piazza nella parte alta dell’abitato. La chiesa, menzionata la prima volta nel 1121 e cattedrale sino al 1418, conserva in facciata tracce romaniche. Fu riedificata nel XIII secolo e restaurata nel XVI in stile gotico catalano, mentre l’attuale prospetto è del 1869. Sull’altare maggiore è posto un grande retablo con varie tavole dipinte, opera del 1533-35. Splendido anche il pulpito ligneo del 1634. Altre opere di pregio sono un settecentesco organo a canne, una paratora in legno (metà XVIII secolo) e le vesti che adornano la statua della Dormitio Virginis. A San Pietro si affiancano la torre campanaria ‘gotica’ e il santuario di san Giorgio, il cui restauro portò alla luce tre strati pavimentali (il più profondo altomedioevale). Nel secondo è stata rinvenuta una lastra che copriva un pozzetto sepolcrale con dentro frammenti di ossa: forse è il sepolcro del vescovo. Il santuario conserva opere di pregio: un retablo del XVII secolo, che illustra la vita di san Giorgio e un artistico reliquiario che custodirebbe parte del piviale del santo.
Sisini: la chiesa dedicata alla Madonna della Difesa si trova nel centro abitato di Sisini, piccolo borgo, frazione di Senorbì a partire dal 1946. L'ampia facciata presenta un piatto terminale sotto il quale si apre un'area timpanata con oculo posto centralmente, in asse con l'incorniciato portale. Affiancato da monofore, è sormontato da una lunetta dalla quale si dipartono decorative arcatelle che si concludono sulle angolari lesene. Queste ultime si raccordano alla mediana cornice marcapiano che spartisce il prospetto orizzontalmente. Sul lato sinistro, inglobato nella muratura, un campanile a vela a due luci ad arco a tutto sesto. L'interno si presenta ad unica navata spartita in campate e caratterizzata da una copertura lignea. Il presbiterio, leggermente rialzato rispetto alla pavimentazione del resto dell'aula, è delimitato da una balaustra marmorea.
Senorbì: un paese di cinquemila abitanti, basato su coltivazione di barbabietole da zucchero, frumento, oliveti e vigneti, e riferimento commerciale della zona. Caffè veloce e si incomincia il tour, visitando la chiesa parrocchiale di S. Barbara, costruita nel XVI secolo con un assetto di stampo tardo-gotico, la chiesa venne restaurata tra il XVII e il XVIII secolo, rinnovandone lo stile architettonico ancora oggi ben visibile nella sua livrea tardo barocca: la chiesa si presenta con una pianta a croce sulla quale insiste una sola navata voltata a botte, nella quale si affacciano anche le cappelle laterali. Il presbiterio, delimitato da un arco a tutto sesto e da un’elegante balaustra in marmo bianco, è sovrastato da una grande cupola centrale sotto alla quale è posto il regale altare maggiore in marmi policromi, riccamente decorato, che conserva, nel centro, una piccola edicola votiva ospitante la statua di Santa Barbara, intestataria della chiesa e Patrona di Senorbì.
Suelli: un paese di poco più di mille abitanti, tra XI e inizio XV secolo sede della diocesi di Barbaria (Trexenta, Barbagia inferiore, Quirra e Sarrabus), centro di venerazione del suo primo vescovo: san Giorgio, personaggio carismatico, vissuto sino al 1117, noto per beatitudine e miracoli, dichiarato santo per volontà popolare e oggi anno celebrato solennemente per cinque giorni dopo la Pentecoste. A lui è dedicato uno degli itinerari spirituali più suggestivi dell’Isola, il cammino di san Giorgio vescovo di Suelli. Influenza e tradizione ecclesiastiche sono evidenti in architetture e arredi sacri del paese, come l’ex cattedrale di san Pietro apostolo, posta nella parte alta dell’abitato. Qui visitiamo la cattedrale di S. Pietro, posizionata nell'omonima piazza nella parte alta dell’abitato. La chiesa, menzionata la prima volta nel 1121 e cattedrale sino al 1418, conserva in facciata tracce romaniche. Fu riedificata nel XIII secolo e restaurata nel XVI in stile gotico catalano, mentre l’attuale prospetto è del 1869. Sull’altare maggiore è posto un grande retablo con varie tavole dipinte, opera del 1533-35. Splendido anche il pulpito ligneo del 1634. Altre opere di pregio sono un settecentesco organo a canne, una paratora in legno (metà XVIII secolo) e le vesti che adornano la statua della Dormitio Virginis. A San Pietro si affiancano la torre campanaria ‘gotica’ e il santuario di san Giorgio, il cui restauro portò alla luce tre strati pavimentali (il più profondo altomedioevale). Nel secondo è stata rinvenuta una lastra che copriva un pozzetto sepolcrale con dentro frammenti di ossa: forse è il sepolcro del vescovo. Il santuario conserva opere di pregio: un retablo del XVII secolo, che illustra la vita di san Giorgio e un artistico reliquiario che custodirebbe parte del piviale del santo.
Sisini: la chiesa dedicata alla Madonna della Difesa si trova nel centro abitato di Sisini, piccolo borgo, frazione di Senorbì a partire dal 1946. L'ampia facciata presenta un piatto terminale sotto il quale si apre un'area timpanata con oculo posto centralmente, in asse con l'incorniciato portale. Affiancato da monofore, è sormontato da una lunetta dalla quale si dipartono decorative arcatelle che si concludono sulle angolari lesene. Queste ultime si raccordano alla mediana cornice marcapiano che spartisce il prospetto orizzontalmente. Sul lato sinistro, inglobato nella muratura, un campanile a vela a due luci ad arco a tutto sesto. L'interno si presenta ad unica navata spartita in campate e caratterizzata da una copertura lignea. Il presbiterio, leggermente rialzato rispetto alla pavimentazione del resto dell'aula, è delimitato da una balaustra marmorea.
Siurgus Donigala: fino al 1927 erano due paesi, Siurgus e Donigala, unificati da Vittorio Emanuele III e oggi comune di duemila abitanti della Trexenta. Il centro si specchia nel lago Mulargia. L splendida chiesa parrocchiale di S.Teodoro (patrono celebrato a fine agosto) è di origine bizantina. Siurgus Donigala ospita circa 40 nuraghi, il più importante è Sa Parrocchia, nel cui mastio è venuto alla luce un sepolcreto bizantino. Sulle sue mura si sovrappongono edifici romani: fu il primo nucleo del paese, coperto dall’odierno abitato.
Lago Mulargia: nato tra il 1951 e il 1958, nei territori di Orroli, Goni, Nurri e Siurgus Donigala, lago incastonato tra i monti su Rei e Moretta, nella porzione di Sardegna dove si incontrano i territori storici di Gerrei, Trexenta e Sarcidano, per alimentare gli acquedotti di trenta Comuni della provincia di Cagliari, il grande bacino contiene 320 milioni di metri cubi d’acqua che, con la sua caratteristica venatura azzurra crea una placida oasi di pace.
Galleria fotografica e video Lago Mulargia - 150 km
Video Lago Mulargia